Giacinto Gigante

Giacinto Gigante (Napoli 1806 – Napoli 1876)

Porta Capuana

olio su tela cm 37, 5 X 57

Turner-porta-Capuana-web

disegno di William Turner  del 1819 

sommer porta capuana

foto di Giorgio Sommer del 1865

Giacinto Gigante (Napoli 1806 – 1876)  figlio del pittore Gaetano fu chiamato Giacinto in onore del pittore Giacinto Diano che era stato maestro del padre, come, da questi pochi dati biografici, appare chiaro, il suo cammino nel mondo dell’ arte era predeterminato.

Egli fu quello che nella famiglia, un padre e tre fratelli tutti pittori, eccelse per la sua bravura.

Fu allievo prima di Huber pittore specialista nella ripresa topografica, ma non così rigidamente accademico come viene quasi sempre descritto, con la partenza di H. da Napoli divenne allievo di Pitloo con il quale si confrontò ed alla morte di quest’ultimo rimase incontrastato maestro della scuola di posillipo.

La maggior parte delle opere di G. Gigante è composta da acquerelli su carta di piccolo formato, vi è però anche un consistente numero di opere ad olio di piccolo, medio ed a volte grande misura, in esse l’artista riesce a trasmettere, memore della lezione di Pitloo, la stessa immediatezza esecutiva, conditio sine qua non, per rendere intatta l’atmosfera e l’emozione del paesaggio rappresentato.

Non molti sono i paesaggi urbani dell’ artista, in questa veduta di Porta Capuana egli, come suo solito, dipinge dal vero, in plain aire, restituendo un immagine corretta anche da un punto di vista topografico, come testimoniano le foto dei fratelli Alinari e di Giorgio Sommer, solo di qualche anno successive al dipinto.

La datazione approssimativa del dipinto viene permessa dall’ osservazione dell’edicola della Madonna eretta nel 1656 , dipinta da Mattia Preti e costruita con volute barocche ai lati, come testimonia anche uno schizzo del 1819 di William Turner, l’ Edicola fu rimaneggiata e ridipinta nel 1837 da Giuseppe Maldarelli che la rese più lineare abolendo gli elementi barocchi.

In questo stato appare la porta sia nel dipinto di Gigante che in una foto di Giorgio Sommer del 1865.

L’edicola fu poi definitivamente rimossa negli anni trenta del secolo scorso.

Alla luce di questi dati e dal confronto diretto tra la foto e il dipinto possiamo collocare l’opera nel quarto decennio del sec. XIX

La porta che anticamente dava inizio al viaggio verso nord, suscitò l’attenzione di molti artisti, spesso era, però, rappresentata in modo oleografico, i personaggi nella piazza ed in particolare i venditori erano una folla che diventava un campionario di tutte le tipologie degli ambulanti esistenti a Napoli.

Anche G. Gigante a volte, sia pur raramente, indulge nei personaggi presentandoli spensierati e festaioli, in questo caso però, diventa severo, i personaggi sono pochi e indistinti, verso l’arco c’è più movimento, ma è quasi una sensazione, solo una figura, una tipica figura del suo fare, si affaccia ad un balcone e guarda la piazza quasi vuota dove in modo molto precario sono issate un paio di tendoni di bancarelle ambulanti, nulla è concesso al patetico oleografismo ad uso turistico.

Il dipinto in prima tela reca sul retro uno scritto che identifica il luogo rappresentato ed il nome dell’autore.

Un pensiero su “Giacinto Gigante

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